
15 secondi di meditazione, il tempo di 3 respiri, ed ecco quello che la mia mente ha partorito durante una tranquilla giornata al mare.
Certo avevo appena finito un libro che parlava di reincarnazione, certo ero al mare, da sola, in un posto fantasticamente semplice, primitivo direi.
Ho chiuso l’ultima pagina del mio libro, vado ad immergermi in quest’acqua fredda e limpida e tranquilla. Poi sul bagnasciuga seduta in ammollo nelle piccole onde ripenso ad alcuni passaggi del libro dove il protagonista parla di meditazione (non ci riesce bene come tutti quelli che ci provano) e ci provo. La giornata al mare non è solo chiacchiere e sole.
Respiro e cerco di farlo al ritmo dell’ onda leggera.
Arriva ed inspiro se ne va espiro. Da fumatrice non è facile la respirazione lenta. Comunque va bene perché anche se si affacciavano alla mente altri pensieri, lo smalto delle unghie dei piedi da rifare, le nuvole che incombono, i figli che chissà se sono svegli, in quei pochi secondi mi arriva un’immagine (Yin e Yang in bianco e nero come norma vuole).
Poi questo “logo” si inclina si trasforma e diventa tridimensionale (il 3D non mi abbandona nemmeno quando ho illuminazioni) e contemporaneamente arriva una consapevolezza: non è dualità è movimento. Entra ed esce, dentro e fuori, va e viene come le onde, come il respiro.
Quello che arriva poi parte.
Quello che entra poi esce. L’onda che arriva poi si ritrae. Più che dualità ho capito che si tratta di movimento.
Il simbolo Yin e Yang non è duale è circolare o meglio ancora a spirale. In salita si spera, perché quello che arriva e poi parte lo fa portando qualcosa con sé, migliorando o peggiorando, ma comunque diverso da com’era.
Il simbolo stesso visto dall’alto è un circolo ma le due circonferenze bianca e nera possono essere due punti d’arrivo, in alto e in basso, di una spirale.
Ho capito il senso di tutte le religioni
La promessa di rinascita, l’avvento di un nuovo mondo “perfetto”. Tutte hanno come precetto quello di fare del bene, di partire verso un livello superiore, si spera, con un bagaglio di esperienze positive. Non positive per sé, soldi, successo, sesso ma positive per l’umanità. Non servono credo supremi sacrifici ma se è necessario anche sì.
Quanto è difficile vivere una vita così?
Per noi occidentali è impensabile. Per i finti buddisti che in realtà travisano gli stessi insegnamenti a cui dicono di rifarsi, è un tradimento pensare solo a sé stessi. Per i finti cristiani che pensano di rifarsi l’anima solo donando qualche spicciolo (o anche molti soldi) e non comprendono di essere mossi solo da un profondo egoismo, è un tradimento della religione a cui dicono di appartenere. Per gli estremisti mussulmani l’idea delle vergini in paradiso a fronte del “loro “sacrificio è come la caramella data ad un bambino per farsi fare la puntura. Egoisti pure loro. Nessuno di questi avrà possibilità di salire nella spirale. Nessuno di questi porta niente di buono fra gli altri umani.
Ambire alla perfezione
Beninteso nemmeno io sono certa di salire la spirale, anzi il mio carattere spesso irascible non è di buon auspicio. Non credo di aver compiuto azioni talmente universali da poter ambire alla Perfezione, così è chiamato il passaggio definitivo quelle a cui si viene spediti dopo aver vissuto una vita come quella (ultima) del protagonista). Però almeno non me la tiro dicendo di appartenere alla “fede assoluta” alla “religione perfetta”.
Immaginate come possa essere la vita successiva degli operatori economici che guidano, plasmano, amministrano le nostre vite?
Non sono perfetta
Ho capito di aver capito che non sono perfetta e non ho ancora imparato il dono del perdono. Sono sulla buona strada per rinascere lombrico.

Ah il libro che ho appena finito s’intitola Reincarnation Blues . Un romanzo che pensavo di portare in vacanza ma ho finito prima di partire. Avete suggerimenti per altri libri? Intanto se volete leggere altre riflessioni su “le mie illuminazioni” potete farlo qui.