NON È FACILE SCRIVERE SUL TEMA MIGRAZIONE IN QUESTI TEMPI.
E DEL RESTO NESSUNO ME LO IMPONE, POTREI ANCHE SORVOLARE L’ARGOMENTO E CONTINUARE A TRATTARE E SCRIVERE SU TEMI A ME PIÙ VICINI (DESIGN, DIGITAL FABRICATION, MARKETING…).
Però in realtà non è vero che questo argomento non mi tocca da vicino (la mia bisnonna emigrò ai suoi tempi), piuttosto la mia è un’opinione personale, insomma non sono una politologa, non mi occupo in prima persona di migrazione. Il mio unico contributo è ogni tanto comprare un panino al ragazzo che incontro all’angolo della strada o regalare un paio di sigarette al ragazzo al semaforo (non ho mai monetine a portata di mano).Con queste premesse potresti benissimo abbandonare la lettura e rivolgerti ad altre fonti più autorevoli in materia. Lo faccio anche io del resto ma trovo che le idee espresse sono sempre di una o dell’altra campana e mi trovo costretta a dover scegliere da che parte stare.Non mi va di scegliere quando si tratta di farlo sulla vita degli altri! Voglio ragionare con la mia testa. Che poi tanto non sono io a decidere è un dato di fatto. Io, come la maggior parte di chi leggerà questo scritto, subiremo le decisioni di qualcun altro. L’unico potere che abbiamo è ricordarsene al momento del voto: se il nostro pensiero è in linea con quanto espresso da una forza politica (coi fatti, non solo con le parole) allora avranno i nostri voti altrimenti andremo altrove. È ormai dimostrato che non si vota più l’ideologia di un partito ma le azioni che hanno compiuto (il crollo del PD alle politiche di marzo 2018 ne è un esempio lampante).
Per cui è importante farsi una propria opinione. Ma da dove cominciare?
Per il mestiere che faccio sono abituata a guardare le cose da molteplici angolazioni e a non considerarne una soltanto, la soluzione ai problemi di design, materia di cui mi occupo da anni ormai, è di solito il miglior compromesso possibile per far funzionare l’oggetto (il servizio, il sito, la comunicazione, tutto quello che riguarda il design insomma, il progettare) in maniera utile a chi lo utilizzerà successivamente, ottimizzando la produzione e i relativi costi.

Così non posso pensare di progettare una teiera che abbia il manico troppo in basso perché creerebbe un disequilibrio nei pesi e il tea si rovescerebbe sul tavolo alla prima occasione. Allo stesso modo non posso considerare i migranti solo come un’opportunità per i mercanti di schiavi moderni ed un fastidio per la gente comune.A differenza della teiera qui si parla di carne umana che, agli occhi miei e della maggior parte delle persone, ha un valore. A meno di non essere razzisti e considerare chi è diverso da noi come inferiore. In questo caso il discorso non va avanti perché per queste persone parlare di teiere e migranti è la stessa identica cosa con una leggera propensione a favore delle teiere.Nei giorni scorsi su Facebook ho inizialmente considerato positivamente l’operato di Salvini (Aquarius) immaginando che ad un certo punto, dopo aver fatto la voce grossa, dopo aver mandato segnali all’Europa tutta, avrebbe finalmente aperto un porto (in realtà mai davvero chiusi, ad esempio il sindaco di Palermo che si era offerto di far attraccare la nave avrebbe potuto in effetti farlo, e non solo proclamarlo, considerando che la regione Sicilia è a statuto speciale e ha discreto margine di operatività. Evidentemente era mirato più alla raccolta di consensi che ad una vera azione per le persone della nave) complice anche il maltempo che gli avrebbe dato una buona scusa per rivedere la sua posizione, se non altro per questa volta.E invece no. Secondo me ha perso l’occasione di prendere due piccioni con una fava. Invece si è preso, ci siamo presi tutti come italiani, gli insulti di quel tale francese e mi sono ritrovata per la seconda volta, mio malgrado, a stare dalla parte di Salvini, e-che-caxxo!

Ora veniamo al piano Conte presentato domenica (24 giugno scorso) al pre-vertice del 28.Ecco i dieci punti del European Multilevel Strategy for Migration fonte il Sole 24 ore.
- Intensificare accordi e rapporti tra Unione europea e Paesi terzi da cui partono o transitano i migranti e investire in progetti. Ad esempio la Libia e il Niger, col cui aiuto abbiamo ridotto dell’80% le partenze nel 2018.
- Centri di protezione internazionale nei Paesi di transito. Per valutare richieste di asilo e offrire assistenza giuridica ai migranti, anche al fine di rimpatri volontari. A questo scopo l’Ue deve lavorare con UNHCR e OIM. Perciò è urgente rifinanziare il Trust Fund UE-Africa (che ha attualmente uno scoperto complessivo di 500milioni di euro) che incide anche su contrasto a immigrazione illegale su frontiera Libia-Niger.
- Rafforzare le frontiere esterne. L’Italia sta già sostenendo missioni UE (EUNAVFOR MED Sophia e Joint Operation Themis) e supportando la Guardia Costiera Libica, occorre rafforzare queste iniziative.
- Superare Dublino (obiettivo più complesso). Nato per altri scopi, è ormai insufficiente. Solo il 7% dei migranti sono rifugiati. Senza intervenire adeguatamente rischiamo di perdere la possibilità di adottare uno strumento europeo veramente efficace. Il Sistema Comune Europeo d’Asilo oggi è fondato su un paradosso: i diritti vengono riconosciuti solo se le persone riescono a raggiungere l’Europa, poco importa a che prezzo.
- Superare il criterio Paese di primo arrivo. Chi sbarca in Italia, sbarca in Europa. Riaffermare responsabilità-solidarietà come binomio, non come dualismo.
- Responsabilità comune tra Stati membri sui naufraghi in mare. Non può ricadere tutto sui Paesi di primo arrivo. Superare il concetto di `attraversamento illegale´ per le persone soccorse in mare e portate a terra a seguito di Sar. Bisogna scindere tra porto sicuro di sbarco e Stato competente ad esaminare richieste di asilo. L’obbligo di salvataggio non può diventare obbligo di processare domande per conto di tutti.
- L’Unione europea deve contrastare, con iniziative comuni e non affidate solo ai singoli Stati membri, la `tratta di esseri umani´ e combattere le organizzazioni criminali che alimentano i traffici e le false illusioni dei migranti.
- Non possiamo portare tutti in Italia o Spagna. Occorrono centri di accoglienza in più paesi europei per salvaguardare i diritti di chi arriva e evitare problemi di ordine pubblico e sovraffollamento.
- Contrastare i movimenti secondari. Attuando principi precedenti, gli spostamenti intra-europei di rifugiati sarebbero meramente marginali. Così i movimenti secondari potranno diventare oggetto di intese tecniche tra paesi maggiormente interessati.
- Ogni Stato stabilisce quote di ingresso dei migranti economici. È un principio che va rispettato, ma – conclude il documento – vanno previste adeguate contromisure finanziare rispetto agli Stati che non si offrono di accogliere rifugiati».
Pare che gli altri partecipanti europei si siano complimentati ma nessun dato di fatto, del resto era un pre-vertice e non un vertice deliberante, vedremo come va il 28. Trovo che si siano punti ragionevoli ed altri da discutere meglio ma tanto, ancora una volta, io non sono nessuno.Intanto io dico la mia: se questi accordi non vanno a buon fine, se ancora una volta l’Italia verrà lasciata da sola a gestire questi flussi, se i clandestini diventeranno ancora una volta mercato per schiavisti per pochi euro al giorno, la soluzione non è chiudere i porti ma aprirli, spalancarli! Anzi creare delle navi apposite per andarli a recuperare sulle coste libiche, con accordo del governo di quello stato, e abbattere il mercato degli scafisti della morte. Poi una volta in Italia fornire a tutti, proprio a tutti, i documenti ufficiali di cittadinanza e pagare un biglietto aereo per la destinazione europea che più gli aggrada. Come cittadini italiani potranno muoversi liberamente e dato che il lavoro qui scarseggia è chiaro che andranno altrove. Oppure resteranno qui a raccogliere pomodori e arance però con stipendi da italiani e non da schiavi.Che ne dite? Si può fare?