Roma è una città fantastica, storie come quella che vi racconto qui possono capitare solo qui!
Roma è una città abitata da persone creative! Ne ho avuto la riprova durante uno dei miei frequenti soggiorni in città per lavoro.
Avere a portata di mano alcune scuse creative è fondamentale per salvarsi da situazioni limite. Ero sul bus a Roma che mi portava in centro diretta ad un corso di aggiornamento su Grasshopper per l’architettura (molto interessante) che poi avrei utilizzato al Fablab una volta rientrata a Catania. Salendo al capolinea ero comodamente seduta con vista macchinetta obliteratrice. Io il mio ticket l’avevo già timbrato alla metro quindi ero tranquilla.Alle varie fermate salgono gli altri avventori del servizio pubblico, quasi tutti con facce tristi chissà perché, alcuni timbrano altri no. Magari hanno l’abbonamento.Il conducente fa salire i controllori alcuni si appanicano subito.
Vedo una ragazza sulla trentina che ad un certo punto si sbraccia verso un finestrino e chiama a gran voce “Claudio! Ma quello è Claudio!” Rivolge il suo appello al conducente chiedendo di fermarsi subito! Che lei Claudio non lo vedeva da 5 anni e doveva assolutamente dirgli una cosa che avrebbe cambiato la vita ad entrambi (sperava/ne era certa).Ora devo dire che la donna in questione non sembrava una povera pazza, era ben vestita, computer a tracolla borsa firmata, insomma non dava da pensare che fosse una scena da “portoghese”. D’altro canto si sa che gli autobus devono fermarsi solo alle fermate. Era anche vero che si procedeva a passo d’uomo anzi in quel momento eravamo proprio fermi al semaforo (interminabile). Ed altrettanto vero che lei aveva quasi le lacrime agli occhi e che sul marciapiede opposto c’era in effetti un tizio chiaramente ignaro di quello che stava accadendo, fermo ad una vetrina.
Il conducente all’inizio contrariato alle esclamazioni della tipa si accorge con la coda dell’occhio che stava per piangere e che tutti noi eravamo commossi e incuriositi dalla storia. In quel momento stava valutando se seguire il regolamento o fare uno strappo alla regola e cosa questa scelta avrebbe comportato per lui. Non so cosa sarebbe successo se invece di essere a Roma fossimo stati a Milano o a Catania. Nel primo caso forse nessuno avrebbe fiatato fermato dalla incredulità della scena. Nel secondo forse avrebbero costretto l’autista a fermare il bus.
E invece qui cosa è accaduto?
Una signora di una certa età, una nonna diciamo un po’ in stile “Sora Lella”, sbotta dicendo “e ’namo sû e falla scenne sta pischella”Trent’anni proprio pischella non direi, comunque. Interviene un signore distinto, quasi sottovoce, “Ah beh qui ognuno fa quel che gli pare”.“A ma lei gl’e rode che ’sti due se prendano un minuto de felicità?” interviene un ragazzo che sembra uno studente di filosofia, questa è una mia supposizione immaginando uno che studia filosofia come la persona perfetta per la tesi del cogli l’attimo e prendi la felicità quando passa. Il controllore, un omone grande e grosso con un altrettanto grande e grosso vocione, dall’altro capo del bus mette fine alla discussione. “Allora signori, di scendere non può scendere da regolamento ma per non avere sulla coscienza la felicità di due giovani per questa volta…Lucio aprila porta anteriore va’”. La ragazza si fionda fuori e l’autobus riprende la sua “corsa” a passo d’uomo.Così abbiamo tutto il tempo di vedere la tipa che attraversa la strada e si avvicina al suo “Claudio”.
Tutti fanno un respiro di sollievo!
La storia era vera e la buona azione era stata compiuta. Io continuo a guardare i due girandomi indietro per non perderli e vedo lei che tira fuori una sigaretta, chiede a Claudio di farla accendere e poi …va via!Mi giro pronta a dire qualcosa del tipo “era una finta! Non era vera per nulla la storia!”ma vedo queste espressioni felici intorno, contenti di una bella storia con un bel finale e… chi sono io per distruggerlo?Devo dire che incrocio lo sguardo col controllore e mi accorgo che anche lui ha visto la mia stessa scena e con un lampo d’intesa ed un mezzo sorriso pensiamo esattamente la stessa cosa: se uno/a ha davvero il coraggio e la faccia tosta di mettere in scena una cosa così allora…vale tutto il prezzo del biglietto!
La creatività è la risorsa principale per risolvere i problemi!
E tu come usi la tua? Cosa fai per stimolarne la crescita? Sapevi che conoscere persone creative può aumentare anche le tue capacità ? Sapevi che esiste la figura professionale chiamata Problem Solver? Un problem solver è un professionista che ha capacità creative di trovare soluzioni a problemi più o meno complessi, in diversi ambiti e situazioni. Chiaramente prima bisognerà lavorare all’individuazione del problema e alla sua definizione esatta. Insomma è un processo molto stimolante per arrivare a proposte concrete per la soluzione dei problemi. Non esiste un corso di laurea dedicato al problem solving anche se vi è una richiesta sempre maggiore da parte delle aziende di figure professionali con capacità strategiche e orientate al problem solving.
Questo approccio rientra nelle lezioni sul metodo progettuale che offro a chi vuole fare il mestiere di designer (di prodotto, grafico, web, ecc.) e a chi vuole lavorare come problem solver.
Ti piacerebbe saperne di più? Scrivimi e racconta quello che fai e cosa sogni di diventare (e anche se hai mai usato scuse creative per uscire dai guai). C’è sempre una via per risolvere un problema, basta sapere come trovarla.