
Sono una da social. Si esatto, ci lavoro, ci navigo, trovo cose interessanti. Ultimamente trovo un solo tema. Avete già capito quale. Il tema principale è il corona-virus e i temi aggregati sono: troppo/poco allarmismo, razzismo (almeno inizialmente), candeggina/amuchina, mascherine (introvabili).
In particolare mi ha profondamente irritata il fatto che ora questi beni si vendano a prezzo esorbitante. So che il costo di un bene dipende dalla domanda ma alcuni prodotti devono essere calmierati dallo Stato. Soprattutto in caso di emergenza. Allora ho iniziato a studiare come sono realizzate le mascherine. Quanti strati? Che materiale? Quali caratteristiche principali.
L’idea è quella di progettare un disegno digitale che tutti possano avere gratuitamente per realizzare le loro mascherine.
Come ho realizzato la mascherina?
Per prima cosa ho modellato una mascherina virtuale col software Rhinoceros. Mascherina virtuale su testa virtuale. Poi ho sviluppato le linee di taglio e fatto un test. Poi un altro test (la prima mascherina è risultata piccola, il che mi ha dato l’idea di farne due misure: adulto e bambino). Ho provato due materiali: TNT, tessuto non tessuto, e Lycra o neoprene sottile. Il primo a doti di impermeabilità ai liquidi (anche saliva) e permeabilità all’aria. Il secondo è più elastico e si adatta bene alla forma del volto. La mia mascherina non ha lacci, non ha cuciture, anche se sto sperimentando un secondo modello con le cuciture, ed è composta da uno strato di Lycra o neoprene sottile e un rivestimento interno di TNT.



Come sono fatte le mascherine tradizionali?
Le mascherine chirurgiche tradizionali sono composte da tre o quattro strati di cui almeno due di tessuto non tessuto (TNT) ed una di materiale filtrante (una sorta di mussola). Altri tipi di mascherine sono quelle che possiedono filtri ai carboni attivi (si proprio quelli che si usano per gonfiori di pancia) che trattengono alcune particelle di gas. Nel caso del corona-virus quello che viene richiesto è la capacità di filtrare le goccioline di saliva che comunemente vengono espulse dalla bocca quando parliamo. Almeno questo è quello che ci dicono da più giorni. Ci viene detto anche che le mascherine servono solo a chi opera in ambito medico o alle persone che sono influenzate. Però la psicosi di tutti è di averne almeno una in borsa. Comprensibile.
Differenze tra mascherine chirurgiche e respiratori
Tra mascherine chirurgiche e respiratori ci sono importanti differenze: le mascherine chirurgiche non aderiscono strettamente ai contorni del viso e pertanto possono soltanto impedire che le goccioline di secrezioni respiratorie (droplet) più grosse vengano in contatto con la bocca o il naso di chi le indossa. La maggior parte dei respiratori, anche chiamati filtranti facciali, sono fatti in modo da aderire strettamente al viso di chi li indossa, filtrando così anche le particelle più piccole che potrebbero essere inalate o venire in contatto con le mucose di naso e bocca.

Sia per mascherine che per filtranti facciali, comunque, sono disponibili solo dati limitati sulla loro efficacia nella prevenzione della trasmissione dell’influenza, sia dovuta a virus stagionali classici che dal nuovo virus, in diverse situazioni. Tuttavia, la mascherina o il respiratore potranno essere tanto più utili quanto più precocemente usati in caso di esposizione ad una persona malata, a condizione che essi siano usati in maniera appropriata. Fonte http://www.salute.gov.it/.

Se almeno in apparenza questa seconda soluzione sembrerebbe potenzialmente più efficace della semplice mascherina chirurgica, in realtà entrambe le tipologie presentano una serie di criticità, tanto che secondo il New Scientist anche nella migliore delle ipotesi “indossare una mascherina può aiutare, ma non garantisce una protezione totale“.
Quali sono i livelli di sicurezza?
Il progetto che ho realizzato non ha alcuna pretesa di sicurezza né si vuole sostituire alle mascherine in commercio. Ma dalle caratteristiche del tessuto TNT, unito alla Lycra o neoprene sottile, dovrebbe suggerire la non permeabilità ai fluidi che possono arrecare contagio. Cosa vuol dire questo? Che se vi sentite più sicuri con una mascherina davanti la bocca, e non ne trovate più in giro, questa soluzione può darvi un po’ di serenità. Non vuol dire che sarete protetti da virus o infezioni, non vuol dire che non vi ammalerete. Le mascherine chirurgiche sono unicamente quelle approvate dal Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali per uso come dispositivi medici in base alla normativa nazionale e comunitaria.
Mascherine fai-da-te: dall’80 al 90% di efficacia
L’Università di Hong Kong-Shenzhen Hospital ha lavorato per mettere a punto un metodo fai-da-te per realizzare le mascherine casalinghe. Migliaia di persone infatti hanno aspettato un’intera notte fuori dalle farmacie che promettevano nuove scorte, mentre i costi sono saliti alle stelle. Le maschere fatte in casa sono state sottoposte a test dalla Università. I ricercatori hanno dimostrato di aver raggiunto l’80-90% della funzione delle normali maschere chirurgiche. Tuttavia, non possono essere considerate come soluzioni permanenti. Le mascherine fatte in casa possono solo fungere da alternativa per coloro che non hanno alcun equipaggiamento, ma devono proteggersi dalle infezioni. Non potranno mai essere una sostituzione delle maschere chirurgiche”, ha spiegato il dottor Joe Fan King-man, assistente del direttore generale dell’ospedale.
Come potete realizzare la mascherina?
Il file è disponibile per il download sul sito www.fablabcatania.eu/mascherine. Non è richiesta nessuna password o dati. Vai e clicca. È richiesto di attribuire la paternità del progetto all’autore, cioè io, Carmen Russo. Per evitare confusioni di anonimia (il dramma/scherzo della mia vita) si utilizza la frase “Realizzato da Carmen Russo in collaborazione col Fablab Catania, condiviso in CC” . Oppure si inserisce il link https://www.fablabcatania.eu/mascherine-by-carmen-russo sul tuo sito e nelle tue condivisioni. Se ci sono progettisti, designer, maker, che vogliono migliorare il progetto condiviso in Creative Commons possono richiedere il file sorgente.
Una volta scaricato il file puoi inviarlo in uno dei molti fablab presenti sul territorio e richiedere che venga tagliato a laser su TNT e su Lycra o neoprene sottile. In ogni città puoi trovare un fablab o un centro di taglio laser ma se non li conosci trovi la mappa nella pagina del link del progetto. Dovresti avere una parte in Lycra o neoprene sottile e due o tre parti in TNT.
Cosa mi aspetto da questa condivisione?
Spero che l’idea possa essere utile a qualcuno. Vorrei anche che le aziende che ora stanno speculando sulla vendita di mascherine smettessero di farlo e per, recuperare la loro brutta figura, ne donassero un po’ alle comunità italiane che ne hanno bisogno. Se vuoi collaborare con questo o altri progetti puoi contattarmi a questo link.