
La realtà filtrata non è solo quella che siamo abituati a vedere attraverso il nostro smartphone quando modifichiamo una foto prima di condividerla sui social (alzi la mano chi non lo fa).
La realtà viene sempre filtrata. Quali sono i filtri che applichi alla tua vita? E non dire che non lo fai perchè lo facciamo tutti in un modo o nell’altro. Io ad esempio, applico il filtro della giustizia impostato sul 99% di potenza (vuol dire fondamentalmente che sono una rompiscatole che non si priva mai, o quasi, di criticare e sottolineare le cose storte). Altri miei filtri sono quelli che applico quando mi viene chiesto un favore.
La prima discriminante è il rapporto con la persona. Fatta salva una cerchia ristretta di amici e di familiari, al resto del mondo applico una serie di filtri.
Il primo di essi è l’egoismo unito al filtro utilitaristico. Applico questi due filtri in combinata con potenza al 50%. Ovvero prima di dire si calcolo quanto mi costa, del mio tempo, energie, soldi, in termini egoistici e il ritorno in termini utilitaristici che potrei avere io e la persona che fa la richiesta. L’altro 50% della scelta avviane grazie al filtro umanità unito al filtro compassione. Mi spiego: la persona ha davvero bisogno del mio intervento? Che conseguenze avrebbe se non l’aiutassi? Questo è il filtro compassione. L’altro il filtro “umanità” mi fa considerare se la persona in questione è definibile stronza, opportunista, truffaldina, profittatrice o viceversa è buona, disponibile, amichevole.
Sembra un processo lungo che in realtà si svolge in pochi secondi.
Nel corso degli anni, e non sono pochi, i miei filtri si sono modificati, ed anche i tuoi immagino. Se a 20 anni non conoscevo il filtro utilitaristico ed ero portata a dire spesso e volentieri si, man mano mi sono resa conto che:
- il mio tempo per lo studio e il lavoro si assottigliava sempre di più
- spesso non riuscivo a portare a buon fine la richiesta, non per mancanza di volontà come dicevo, quanto per incapacità o mancanza di esperienza
- il più delle volte il “grazie” era opzionale, il che mi faceva pensare di non essere stata adeguata anche quando lo ero.
- le persone si approfittavano del mio buon cuore continuando a chiedere favori
Quindi i filtri che ognuno costruisce nel corso della propria vita, me compresa, non sono altro che personali reazioni a stimoli esterni? Insomma siamo davvero degli animali che reagiscono a situazioni. Sì vero, a livello mentale ma sempre reazioni sono.
Non sono Buddha questo è chiaro anzi sono molto terrena, umana. Mi piacerebbe aspirare, non dico diventare, ad un livello superiore ed modificare i miei filtri, dare sempre supporto a chi ne ha bisogno e non vedere le ingiustizie ma semmai cercare di eliminarle (a onor del vero ogni tanto ci provo ma con scarsi risultati ahimè).
Ma proprio non so da dove cominciare. Credo che i filtri siano un po’ una corazza di protezione. Cosa mi succederebbe se dovessi iniziare ad essere “buona”? A dire di sì a fare cortesie a chi le chiede senza risparmiarmi? Cosa diventerebbe la mia vita?
Tu conosci persone così?

La mente funziona in maniera strana. Per lavoro sono abituata a rimuovere tutti, o la maggior parte, dei filtri. Non potrei infatti produrre risultati in termini di risoluzione dei problemi se iniziassi subito col dire che non ci sono soluzioni. Quindi la mia mente è aperta, recettiva, analitica in questa fase. Cerco tutti gli indizi, analizzo tutti i fattori senza impostare i miei filtri, senza voler vedere per forza una cosa quadrata prima ancora di realizzare che sia la forma migliore per quell’oggetto.

“La mente intuitiva è un regalo sacro e la mente razionale è un servitore fedele. Noi abbiamo creato una società che onora il servo e ha dimenticato il regalo.” – Albert Einstein –
Però nella vita interpersonale, nella vita di tutti i giorni non sono così aperta. Forse che la mente ha un contingente di energie e finito quello si chiude e torna a ragionar per schemi? Insomma col pilota automatico. Oppure non ho mai davvero provato ad applicare il metodo di lavoro fuori da quell’ambito?
In ogni caso sono in buona compagnia. Ho fatto un po’ di ricerca in rete ed ho trovato molto materiale riguardo il modo in cui la realtà viene filtrata. Ecco cosa ho trovato interessante:
- La realtà oggettiva in realtà, scusate il gioco di parole, non cambia. Sono le nostre interpretazioni di essa (i filtri) a farci decidere se la realtà che stiamo vedendo\vivendo è buona o cattiva. Un gatto che mangia un topo può essere un’ottima cosa se hai la casa infestata ma dal punto di vista del topo non lo è di certo.
- Il nostro modo di ragionare ci porta spesso ad errori dipendenti da schemi di funzionamento automatici del nostro cervello. In questi casi applichiamo alla realtà i nostri filtri mentali che possono produrre in maniera inconscia degli errori. Tali filtri tendono a deformare la realtà: essi sono generati dal nostro bagaglio di esperienze, pregiudizi, diversità degli altri rispetto a noi.
- Se assumiamo che le cose vadano in un certo modo, ci aspettiamo che lo facciano, e saremo portati a trovare esempi nella vita di tutti i giorni che avvalorino il nostro assunto.
- Occorre cambiare i vecchi filtri per essere più funzionali. Cambiando in meglio gli automatismi umani si vive più felici e si acquisisce maggior Potere Personale.
- Il legame tra un determinato accadimento e le nostre risposte è tutt’altro che lineare. Dipenderà dal momento in cui accade, dal nostro stato d’animo, dalle nostre credenze e valori, dai nostri preconcetti…insomma devo dirlo ancora? Dai filtri.
- Eliminare i filtri potrebbe essere dannoso se si considera che alcuni filtri sono di salvaguardia alla nostra vita, ad esempio la paura ci fa essere cauti nell’affrontare alcuni eventi a rischio.
La strada giusta è essere consapevoli dei filtri che usiamo e capire quelli inutili, quelli che non ci permettono di evolverci. Vuoi leggere anche su meditazione e acque profonde?
riferimenti:
italiabuddhista.org
coachitaly.it
infofarma.it