Volete conoscere qual è il tool più utile dentro un Fablab?
La stampante 3D di ultima generazione? NO La CNC a 5 assi che riesce a modellare anche un pezzo di Kryptonite? NO La waterjet che mentre lavora col materiale di scarto produce birra? NO (ma vi piacerebbe confessate)
Dai sforzatevi, ce l’avete sotto gli occhi. Anzi no ce l’avete sopra gli occhi, insomma è il vostro cervello se è lì che risiede la Creatività. Secondo la mia opinione non è la sua unica collocazione, la creatività è ROM. O meglio attiva diversi distretti corporali. Gli occhi, forse, per primi.
Osservare con occhi nuovi vecchi problemi o semplicemente osservare e basta, senza strutturare il pensiero secondo gli schemi classici. Non saltare subito alle conclusioni insomma. Poi certo è il cervello che deve abituarsi a uscire dalle logiche classiche (classiche perché fu Aristotele per primo a dare tutta questa rilevanza alla logica?) Poi lo stomaco. Non perché un creativo si scorda di mangiare ma perché quando capisci che la soluzione trovata è quella giusta ti arriva una stretta allo stomaco.
Tipo innamoramento avete presente? Magari per alcuni non è così. Magari ad alcuni prendono le vertigini: “ma come proprio io ho avuto quest’idea? Nessun altro ci ha pensato prima?” Questo soprattutto vale per gli insicuri o quelli che non hanno pensato a se stessi mai in termini di creativo o non creativo. Eppure l’esserlo non dipende da una dote naturale piuttosto da una propensione alla curiosità. Il problema è che sempre più l’educazione (scolastica e non) tenta di sopprimere questo elemento fondamentale per la creatività.
Alcuni curiosi sono semplicemente fancazzisti che si impicciano di tutto è vero ma altri sono curiosi delle “cose”, dei meccanismi, della materia. Come riconoscerli? Facile. I secondi di solito offrono soluzioni, esprimono non un pettegolezzo ma una logica nuova per modificare\migliorare\creare una soluzione.
Ho trovato molto interessante questo scritto tratto dal libro di Marco Vimercati La sintesi prossima: ”L’idea di “esprimere se stessi” attraverso un lavoro o un hobby è oggi largamente diffusa. Essa manifesta, seppure in modo talvolta inconsapevole, questa istanza di risalita verso un rapporto con la vita più partecipato, nel quale qualcosa di noi (o attraverso di noi) possa esprimersi. (…) Gran parte degli studi sulla creatività affermano proprio che occorre recuperare e riattivare potenzialità che possediamo, occorre lubrificare delle connessioni, delle sinapsi nel nostro modo di vedere. (…)E’ utile vedere la creatività come qualcosa che si esprime attraverso di noi e non che viene “spremuto” fuori da noi.”
Ecco a mio avviso questa istanza la sentono davvero molte più persone di quelle che si possa immaginare.La soddisfazione della creazione è davvero appagante. Riuscire a realizzare con le proprie mani o con gli strumenti tecnologici disponibili al giorno d’oggi non fa differenza, il piacere deriva da quella lampadina che si è accesa nella nostra testa in un certo momento.
Sia ben chiaro che è lungi dal mio pensiero e non vorrei mai farvi credere che il processo creativo sia riconducibile ad un flash mentale venuto dal nulla “Il pensiero laterale non è una formula magica che si può apprendere a tambur battente e utilizzare subito dopo. E’ un’attitudine e un abito mentale” E. De Bono, Il pensiero laterale e ancora “La creatività presuppone il recupero di (o il riavvicinamento a) una “visione integrale”, ovvero integrazione tra destro e sinistro, secondo le definizioni del cap. 2. e la dissoluzione delle forme pensiero. Se questa integrazione è vista principalmente come integrazione tra analogico e digitale (Bateson, Watzlawick) o anche tra eidetico e discorsivo (Reush), vale la pena di ricordare che è anche integrazione di storico e temporale (Oppenheimer) e di simultaneo e successivo (Sechenov). Si riferisce quindi ad un modo di percepire descrittivo/temporale e non solo visivo/spaziale.” Marco Vimercati La sintesi prossima.
Se siete creativi non riuscirete a fermarvi davanti un problema, anzi ve li andrete a cercare.
Se siete creativi siete anche fluidi, non nel senso che siete persone malleabili ma piuttosto non arrancate alla ricerca di soluzioni ma fate che gli elementi (del problema) “galleggino” nella vostra mente fino ad incastrarsi alla perfezione in una soluzione finale.
Se siete creativi sapete che le lampadine si accendono solo a casa vostra, nella vostra mente invece c’è tutto un lavoro di considerazione di tutte le parti in gioco.
Se siete creativi sapete che non basta solo pensare, ideare, teorizzare, ad un certo punto bisogna sperimentare e verificare. Soprattutto verificherete gli errori. Per poi ricominciare aggiungendo l’elemento esperienza nei vostri fluttuanti pensieri creativi.
Se non siete creativi…state dicendo una bugia. Dovete solo fare un po’ di palestra per abituare la vostra mente, i vostri occhi, il vostro cuore.